Porri 1 kg

Periodo di coltivazione e storia

Ci sono diverse varietà di porro ma quella che utilizziamo è soprattutto quello comune. Pare che l’ortaggio che consumiamo oggi derivi dal “porro elefante” una specie di grande aglio con un aroma meno spiccato rispetto all’aglio. Questa caratteristica probabilmente era data dalla minore o mancata presenza di allicina, il principio attivo che conferisce il caratteristico odore all’aglio e che manca anche nel famoso Aglione della Valdichiana.

L’origine del porro non è certa. Nel bacino del Mediterraneo veniva usato già da Egizi e Romani. La pianta si adatta a vari tipi di clima e tra le ipotesi della sua provenienza c’è anche l’area celtica, dove era già conosciuto attorno al 3.000 avanti Cristo.

Qualità organolettiche

Il porro è un ortaggio che ha poche calorie, con una modesta quantità di fruttosio ed è ricco di fibre che aiutano l’intestino e hanno proprietà sazianti. Contiene vitamina A e C e mostra una buona presenza di manganese.

Ricco di polifenoli ha un’azione antiossidante e antiinfiammatoria utile per tutto l’organismo. Essendo ricco di acqua ha proprietà diuretiche e può essere di aiuto per chi soffre di renella.

Usi

Quello che chiamiamo gambo in realtà è un fascio di foglie che dall’esterno verso l’interno si fanno più bianche e tenere. Di solito per gustare i porri si tolgono le foglie esterne, più dure e fibrose, e si taglia a rondelle il resto. In cucina il porro è la componente principale di molte ricette perché è ottimo sia da solo che insieme ad altri ingredienti come pasta, riso, carne. Con le uova permette di cucinare gustose frittate e unito al baccalà dà vita ad una tipica ricetta toscana.