Sia mio nonno che i miei zii erano contadini, la mia famiglia negli anni ‘50 aveva risaie tra Bozzano e Massarosa poi dopo finita la coltivazione del riso sono passati al frumento e agli oliveti e vigneti ad uso familiare. Poi una volta morti i nonni per noi è stato naturale ricominciare dalle tradizioni di famiglia.
Sono partiti con l’idea di fare “bollicine”. Così hanno piantato chardonnay, vermentino, traminer aromatico tutte uve a bacca bianca. Poi è arrivata la scommessa, pinot nero a Massaciuccoli, un ettaro e mezzo anche con merlot e sangiovese. Nei vigneti di Torre del Lago è stato fatto un impianto particolare. Nel 2010 sulla sabbia, a 700 metri dal mare e dopo le pinete è stato piantato sangiovese, chardonnay, vermentino, già con l’idea di fare una bollicina salina che i francesi chiamerebbero vent de sable che l’azienda ha chiamato Sabbia e Mare, un metodo charmat di partenza che sta riscuotendo discreti successi.
Facciamo anche il Metodo Classico – continua Ido Mariani – ma non è stato un passaggio dallo Charmat al Metodo Classico ma il contrario. Siamo partiti con Metodo Charmat con il nostro pinot nero e lo chardonnay grazie ad amicizie che ho in Champagne, amicizie ed esperienze che mi sono fatto negli ultimi vent’anni. Abbiamo cominciato a vinificare pinot nero in bianco poi a fare un blend con il nostro chardonnay per iniziare a fare i nostri Metodo Classico. Siamo partiti nel 2011 con il “Segreto brut”. Poi è arrivato il “Segreto brut Rosè” con il sangiovese nel 2015 con cui abbiamo subito avuto dei premi a livello nazionale. Oggi facciamo 8-9mila bottiglie abbiamo comprato le autoclavi e abbiamo iniziato a spumantizzare con Metodo Charmant.
Le bollicine sono il 60 % della produzione di Tenute Mariani, le bottiglie sono circa 18-20 mila di Metodo Charmant e 8-10 di Metodo Classico. Il covid ha aiutato facendo invecchiare di più il nostro Metodo Classico che prima stava 18-24 mesi sui lieviti nelle cantine di Massaciuccoli, poi è arrivato a 36 mesi e questo ne ha esaltato le fragranze offrendo un prodotto perfetto per pasteggiare.
E oltre alle bollicine…?
Non solo bollicine ma anche vini rossi e bianchi. Vermentino e traminer per i bianchi, merlot e anche pinot nero per i rossi come il Segreto rosso. Non solo vino per Tenute Mariani ma anche olio e seminativo. A questa produzione si aggiungono 7 ettari di oliveto a coltivazione biologica con una produzione di circa 3000 litri annui anche se, negli ultimi anni, la produzione ha avuto difficoltà per il calore eccessivo estivo o intense piogge in primavera. Uliveti terrazzati per una produzione quasi eroica di olio.
Da poco tempo sono stati piantati un paio di ettari di grani antichi che vengono utilizzati per la produzione di farine che creano prodotti come pasta, pane e biscotti che vengono utilizzate nelle degustazioni aziendali.
Gli uliveti sono secolari, ci sono piante di 100, 120 anni. Varie varietà messe a dimora sulle colline di Massarosa dagli antenati, frantoio, leccino e moraiolo. Sul versante di Lucca, invece, prevale il leccino, il maurino e il moraiolo.
L’azienda è cresciuta in questi anni ma la vendita resta molto legata al territorio. Una parte nello shop aziendale, un’altra nelle enoteche e nella ristorazione locale. La vendita online è minore, arriva dal sito ma anche da altri, si punta più sul territorio.
La forza d’animo della Tenuta Mariani
Noi abbiamo un rapporto con Coldiretti fin dalla nascita dell’azienda e abbiamo partecipato a tutte le iniziative che vengono create sia in provincia che anche fuori e diciamo che durante il Lock down i mercati di Campagna Amica ci hanno aiutato a farci vedere e anche a fare cassa. In questo difficile periodo non ci siamo mai persi d’animo. È stato creato uno spazio all’aperto a bordo vigna per le degustazioni che, specialmente in estate, hanno visto le richieste aumentare. Questo grazie anche a quel rapporto con il territorio a cui l’azienda tiene molto e una disponibilità di apertura sette giorni su sette.
La nostra azienda fa vino in un territorio non vocatissimo per il vino, però noi pensiamo che la gente faccia vino solo dove gli dicono che si fa vino. Prima veniva fatto da tutte le parti. Certo erano vini del contadino o più pregiati secondo la tipologia di terreno ma secondo me ogni territorio esprimere il suo prodotto. Qui a Massaciuccoli c’erano i Romani, abbiamo le loro terme. Un recente studio fatto dall’Università di Firenze mostra che nel bacino di Massaciuccoli sono state trovate piante di vite che risalgono a 4000 anni fa. Le tecnologie di oggi, l’aiuto degli enologi, ci permettono di fare un vino corretto e fatto bene anche in un territorio non vocato. Il nostro è un vino che esprime la salinità della vigna, il territorio della Versilia, i profumi della macchia mediterranea, noi produttori cerchiamo di estrarre dal nostro territorio il meglio che poi si possa ritrovare in bottiglia.
Oltre al vino…
Se l’azienda è nata per far vino non dobbiamo dimenticare la produzione di olio che è di grande qualità. Uno dei pochi biologici della Versilia fatto con cura e amore. Un lavoro non facile che comporta una raccolta fatta al mattino presto per arrivare al frantoio e trovarlo ancora pulito. Una “corsa” che dona un olio che si esprime al meglio i profumi caratteristici che risente del mare. Sapidità e salinità e leggerezza che lo rendono ideale per gli abbinamenti con il pesce e sui piatti più delicati.
Noi facciamo un blend di quattro tipologie di olivo presenti in azienda. Non abbiamo una produzione che ci permetta di fare monocultivar e così nasce il nostro olio Segreto. La raccolta negli ultimi anni è sempre quella precoce. Il gusto del consumatore sta cambiando. Io mi ricordo che quando ero piccolo con i miei nonni si raccoglieva fino a febbraio, a Natale eravamo a raccogliere le olive, adesso i frantoi aprono i primi di settembre. Si raccoglie l’oliva più verde, profumata che ha maggiori sentori. È chiaro che ci sono meno rese ma l’olio è più di qualità.
Ti senti un vigneron?
Non mi sentivo all’inizio perché tutto è nato senza pensare a dove saremmo arrivati. Ancora siamo piccoli ma abbiamo fatto tanta strada. All’inizio non pensi di diventare un vigneron ma ultimamente, confrontandomi con altri produttori, penso, sì, forse sono diventato un vigneron. Con 40 mila bottiglie prodotte e sette dipendenti quindi oggi inizio a sentirmi un vigneron.