L’azienda Carmazzi ha una lunga storia. L’attività agricola è iniziata all’incirca quando è nata l’Italia unita, erano mezzadri a Villa Borbone, ma da cinquant’anni si occupano di produzione di peperoncino. Questa spezia arrivata nel nostro continente come antagonista dell’allora prezioso pepe, è l’attività su cui si basa l’azienda Carmazzi.
Una produzione vasta, cresciuta nel tempo, che comprende circa varietà ad oggi 1200 varietà e una banca semi che ogni anno viene ampliata e riprodotta. Voglia di fare, impegno e professionalità che partono da questa terra fertile della Versilia dove le idee circolano e sembrano non fermarsi mai.
La coltivazione e la sostenibilità di Carmazzi
Coltivare peperoncini è un impegno costante tutto l’anno -dice Giacomo Carmazzi- nel periodo estivo c’è la raccolta, nella fase autunnale si prende il seme per la semina dell’inverno. È sempre una scommessa fino alla primavera che vediamo crescere ogni pianta. È un impegno a 360 gradi e ogni stagione ha la sua parte meravigliosa.
Io passavo i pomeriggi in azienda -prosegue Giacomo- sono cresciuto qui e non sono mai stato forzato ad entrare. Io sono fortunato ad avere un’azienda familiare alle spalle perché oggi per un giovane non è facile entrare nel mondo dell’agricoltura. Non c’è una certezza di un mercato. Si sente parlare tanto di agricoltura ma non è un settore facile e andrebbe valorizzata di più per questo i giovani prendono altre strade perché non c’è sicurezza e si deve avere le spalle coperte. Ci sono prodotti agricoli che bisogna aspettare anni prima di avere una produzione che premetta di, non dico guadagnare, ma almeno di vivere.
E inoltre c’è la necessità di adeguarsi e di farsi sostenere dalla tecnologia e dalla ricerca. Su questo l’azienda Carmazzi è sempre stata attenta.
Noi come azienda cerchiamo di rimanere all’avanguardia anche dal punto di vista tecnologico. Per esempio guardiamo all’ambiente con impianti che gestiscono l’impianto dell’acqua. Per quanto riguarda i riscaldamenti utilizziamo caldaie a biomasse con prodotto tracciabile. Abbiamo tutta la parte delle giovani piante che facciamo germinare utilizzando energia rinnovabili da pannelli fotovoltaici per il riscaldamento basale. La stessa l’energia che serve all’azienda proviene da investimento sul solare che abbiamo fatto circa venti anni fa e che cerchiamo di utilizzare la meglio.
Oltre al peperoncino
A questa produzione agricola che si sviluppa nelle grandi serre, si affianca da circa quindici anni quella dei fiori edibili. Una realtà in crescita che oggi non si ferma alla clientela dei ristoranti di lusso come un tempo e che si pone l’obiettivo di far tornare sulle nostre tavole molti fiori oggi diventati solo ornamenti per balconi. Ne coltivano tanti tra cui nasturzio, borragine, petunia, rosa canina, tagete, calendula e altri.
Qualche anno fa -ci racconta Giacomo Carmazzi il giovane che porta avanti l’azienda insieme al padre Marco e al resto della famiglia- abbiamo fatto la più grande esposizione di peperoncini al mondo. 1133 varietà, ognuna con la sua carta di identità, nome provenienza, piccantezza. Ogni anno cerchiamo di aumentare il numero perché vogliamo rimanere in testa come più grande esposizione al mondo.
Dalla produzione si passa poi alla vendita delle piante e alla collaborazione con aziende che trasformano il prodotto. Nascono così la pasta, i biscotti, fatti con le farine di grano biologico Senatore cappelli coltivate in azienda, le marmellate, l’olio, le salse, il cioccolato al peperoncino. E ancora la birra e un amaro che arrivano dalla produzione di canapa nei terreni aziendali.
Noi -racconta Giacomo Carmazzi- facciamo fare i nostri prodotti da aziende con cui collaboriamo da anni e che ci garantiscono una qualità eccellente di quello che è il nostro intendere un prodotto piccante. Abbiamo una gamma di prodotti sempre più ampia e il prodotto di punta è la pasta uno dei prodotti storici ma in base alla nostra esperienza ci sono anche la cioccolata e le salse.
Coltivare peperoncini è una passione di famiglia e si vede ascoltando il giovane Carmazzi che ci spiega i peperoncini strani che vediamo in serra. Da quelli neri a quelli rosso fuoco, dalle forme classiche alle più strane. Da quelli dolci a quelli di piccantezza “atomica” come la definisce lui e non possiamo far altro che credergli.
I peperoncini sono tutti commestibili ma devono essere coltivati in maniera commestibile come viene fatto in questa azienda. Quelli definiti ornamentali lo sono perché non coltivati per essere destinati all’uso umano e questa è una cosa importante da sapere.
La Carmazzi è anche un’azienda da sempre unita a Coldiretti perché crede molto nell’associazionismo e non manca un’occasione per aderire ai progetti proposti.
Inoltre si punta molto anche al commercio on line che è diventato un mercato integrande delle vecchie attività di commercio aziendali grazie anche alle moderne tecniche di spedizione che permettono di far arrivare velocemente prodotti e piante in tutto il mondo mantenendo inalterate le caratteristiche e la qualità.