Cicoria a ciuffo (capocchine) da 1 kg

Periodo di coltivazione e storia

Il nome, cicoria, è sicuramente molto antico. I Greci la chiamavano kichora o kichòreia e la consigliavano per i problemi di fegato. Ancora prima la si ritrova nominata in un antico papiro.
La cicoria è un genere di piante che si ritrova in tutto il mondo e quella più diffusa è la Cichorium intybus.

Di questo genere, infatti, fanno parte molte diverse specie, tra le quali le più conosciute sono i radicchi da taglio a foglie verdi o rosse, le cicorie da foglie, da radici, da germogli e anche le cicorie. Le piante di radicchio/cicoria formano di solito dei cespi, più o meno grandi e sono di vari colori. Il sapore amarevole è molto amato da alcuni, e da altri tollerato solo insieme ad altre erbe più dolci.

Sono denominate capocchine le punte di insalata, radicchio e rucola che si mangiano in inverno. Un termine di origine lucchese che si ritrova anche nel dialetto della Garfagnana, intendendo la cicoria a ciuffo.

Qualità organolettiche

Alla cicoria sono sempre state riconosciute grandi proprietà ed è utilizzata sia in cucina per le sue foglie, che in ambito farmaceutico con la radice. Quest’ultima, infatti, contiene inulina una fibra che aiuta la digestione e le funzionalità intestinali.

Ricca di acqua la cicoria (su 100 grammi 95 sono di acqua) è un concentrato di sali minerali e vitamine anche se non tutte biodisponibili. Sempre su 100 grammi troviamo 180 mg di potassio, 1,5 mg di ferro, 150 mg di calcio, 7 mg di sodio. Ottima la concentrazione di vitamina C e A in particolare di beta carotene.

Usi

La cicoria più tenera si può utilizzare cruda in insalata ma la cucina italiana la inserisce in molte ricette. È proprio il sapore amaro, dato dall’Acido cicorico, che favorisce la secrezione della bile e la diuresi, portando benefici effetti all’organismo.