Cardo da 1 kg

Periodo di coltivazione e storia

Era già noto a Greci e Romani che ne usavano anche le infiorescenze per produrre il caglio per la produzione di formaggi. L’origine della pianta è mediterranea, arriva dalle sponde dell’Africa del nord e da cui si espanse lungo i litorali di Francia, Spagna e Italia. Una pianta che cresce su terreni sabbiosi e necessita di un clima temperato perché non sopporta il freddo.

Intorno al 1500 il suo uso nelle cucine si fece più presente grazie alla tecnica dell’imbianchimento. La pianta viene sotterrata lasciando solo poche foglie in esterno. In questo modo non si attiva la fotosintesi clorofilliana e il cardo, spingendo verso la luce, si piega diventando “gobbo”. Si semina a maggio, a settembre si ricopre di terra, si raccoglie a ottobre e si prepara per la vendita.

Qualità organolettiche

Dal punto di vista nutrizionale il cardo ha un apporto calorico basso (100 grammi forniscono solo 17 calorie). In 100 grammi di prodotto troviamo 1,7 g di carboidrati, 0,6 g proteine, 0,1 g di lipidi. Contiene molti minerali come potassio, sodio, calcio, ferro e fosforo e vitamine in particolare del gruppo B.

Il cardo è un aiuto prezioso per il fegato per la presenza di silimarina che aiuta le funzioni dell’organo e la sua depurazione, inoltre da recenti studi pare che sia in grado di regolare i livelli di insulina. A questo si aggiungono proprietà antibatteriche e antiinfiammatorie che ne fanno un valido aiuto su infiammazioni intestinali, infezioni renali, affezioni dell’apparato respiratorio.

Usi

Il cardo gobbo si mangia cotto, lessato condito con olio buono o fritto, ma anche crudo in pinzimonio nella parte più tenera. Un ortaggio perfetto anche per la preparazione degli sformati e per chi ama la bagna cauda piemontese di cui è il naturale compagno.